LA SCURE DELL'ADATTAMENTO
(articolo di Kappa Magazine Ottobre '97)



Conosciuto soltanto dagli addetti ai lavori, l’adattamento è forse il lavoro più importante nell’ambito del mondo dei cartoons. Questo lavoro consiste nell’adattare un testo o dei dialoghi dalla lingua originale a quella di destinazione. L’adattamento dei dialoghi di un’opera straniera risulta essere molto più complessa; esso consiste nel riportare fedelmente nella traduzione le battute umoristiche, le metafore, le citazioni e le onomatopee. Gli adattamenti di un’opera straniera sono legittimi, quando però questi non modificano la stessa sino a snaturarne il contenuto ed a incidere notevolmente sulla sua qualità. Purtroppo negli ultimi anni questo lavoro è stato utilizzato in modo sproporzionato. E’ proprio questo utilizzo insensato che ha causato notevoli problemi e infinite polemiche.
La soppressione di intere sequenze, di mutamenti nelle sceneggiature, o la sostituzione dei nomi dei personaggi e dei luoghi sono da considerarsi oltre che lontani dal vero significato di “Adattamento”, anche come vera e propria opera di falsificazione.
Gli esempi di un adattamento scorretto potrebbero essere infiniti, ma basterà citare i più clamorosi e recenti: SailorMoon Sailorstars e Saint Tail.
In SailorMoon Sailorstars la parte di intervento più evidente è, senza ombra di dubbio, la scena del combattimento finale. Il nudo della protagonista è stato “adattato” con tagli e sovrapposizioni di immagini tali da non rendere visibile l’oscenità. Anche i dialoghi anno subito eguale sorte: l’amore lesbico tra Aruka e Michiru si è trasformato in una semplice e forte amicizia. In Saint Tail le forbici dell’adattamento sono servite per far scomparire dagli episodi tutte le scritte in giapponese presenti, sostituendole con le parole nel dialogo o orribili fermi-immagini. Mi sono più volte chiesto se non fosse stato più semplice usare dei sottotitoli come hanno fatto, intelligentemente, gli adattatori di Ranma ½. E ancora viene da domandarsi quale sia stato l’oscuro motivo che ha fatto trasformare in Kreta  la Kaory di “City Hunter”, quando veniamo bombardati da una Kaory della pubblicità e, con l’aggravante che in uno stesso cartoons di Mediaset (Mila e Shiro) la rivale della protagonista veniva chiamata con lo stesso nome.
Sarebbe un buon passo in avanti se si cercasse, proprio da pagine, di coalizzare le nostre forze per una battaglia che, a prescindere da sterili e qualunquistiche raccolte di firme, portasse i suoi risultati (una proposta concreta) direttamente al ponte di comando: La commissione della Presidenza del Consiglio in materia di minori e Tv.
Mi impegnerò in prima persona affinché si arrivi a questa meta “politica”, ma senza il supporto di Voi lettori, di tutti gli appassionati non si arriverà a nulla. La speranza è che in questa “missione” io non rimanga solo e che, con il vostro aiuto si arrivi al più presto a dei buoni risultati anche se questi dovessero nascere da dei compromessi.  



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